Il mio contributo per gli Stati Generali

Oggi più che mai il Movimento 5 stelle deve chiarire quali sono i suoi obiettivi, lo deve fare perché fintanto che la comunicazione è stata chiara sulle posizioni politiche in merito ad alcune tematiche, il Movimento è cresciuto e si è dimostrato affidabile agli occhi dei cittadini che lo hanno indicato alle elezioni politiche del 2018 come principale forza di Governo.

Il Movimento 5 stelle rimane un movimento eterogeneo, vi si riconoscono diverse anime e il suo post ideologismo rappresenta ancora oggi l’unica alternativa alle destre ed alle sinistre. Gabbie ideologiche che non rispecchiano più le idee, le esigenze e la rappresentazione socio culturale del nostro Paese del quale vorremmo disegnare un futuro migliore con il coinvolgimento dal basso.

Rappresentare una terza via non deve significare però equilibrismo politico. Bisogna collocare in maniera netta il programma politico del Movimento 5 stelle, chiarire, in base anche a quello che è stato l’agire politico nelle varie Istituzioni, la propria posizione.

Ci sono delle battaglie, cosiddette identitarie del nostro Movimento, fari che ad ogni livello chi è eletto come Portavoce porta avanti senza indugio.

Il riferimento va a:

Equità sociale, nessuno deve rimanere indietro: Ci siamo fatti promotori del reddito europeo di cittadinanza e del salario minimo europeo. Intanto, a livello nazionale è stato attuato il Reddito di cittadinanza, un aiuto concreto per tantissimi cittadini lasciati ai margini della società, migliorabile solo se anche le Regioni cominciano a collaborare per la sua piena attuazione.

Acqua pubblica: continuiamo ad essere gli unici nel panorama politico italiano a parlare di acqua pubblica affinché venga rispettata una volta per tutte la volontà popolare a seguito del referendum del 2011, perché l’acqua è un bene universale e in quanto tale non può essere trattato come una mera merce.

Contrasto ai paradisi fiscali: in Europa in particolare stiamo facendo forti pressioni verso la Commissione europea affinché Belgio, Cipro, Ungheria, Irlanda, Lussemburgo, Malta e Paesi Bassi, che sono Stati membri, non permettano più l’attuazione di pratiche fiscali che minano l’equità del mercato interno.

Transizione ecologica: rivoluzionare una volta per tutti gli investimenti verso le nuove forme energetiche sostenibili, infrastrutture per la graduale de-carbonizzazione dei trasporti e mobilità di nuova generazione.

– Basta privilegi: Il nostro Parlamento avrà dalla prossima legislatura un numero congruo di deputati e senatori tali da poter svolgere al meglio il proprio mandato. La macchina legislativa funzionerà meglio con un risparmio cospicuo per le casse dello Stato. Privilegi non dovuti, come i vitalizi, sono stati notevolmente ridotti.

A queste poi vanno aggiunte importanti tematiche sulle quali il Movimento 5 stelle non ha espresso una posizione chiara, oppure sulle quali, nel tempo e con il succedersi dei due accordi di Governo, con la Lega prima ed il centrosinistra poi, il dibattito è apparso divisivo, prestando il fianco a chi intende minare la credibilità del Movimento 5 stelle.

Questo contributo vuole porre l’accento su tre macroaree, partendo appunto da temi e agenda politica che il MoVimento 5 Stelle intende sviluppare per il Paese, in modo che possa scaturirne un dibattito al seguito del quale possa esserci maggiore chiarezza d’intenti e determinazione circa l’azione politica da perseguire.

QUALE EUROPA VOGLIAMO COSTRUIRE?

L’Italia è uno dei Paesi fondatori dell’Ue, ma è innegabile che vi siano oggi meccanismi e politiche di questa Europa che non funzionano. Pur con questa consapevolezza, non è la permanenza nell’UE a dover essere messa in discussione: sin dal 2014 il Movimento 5 stelle si è posto l’obiettivo di contribuire a cambiarne le regole, non di abbandonarla. 

Le istituzioni europee sono ancora oggi poco conosciute, i cittadini non colgono l’importanza e la difficoltà del lavoro che viene svolto, e le decisioni cui si approda dopo mesi o anni di negoziati  spesso appaiono tardive  e non sempre adeguate rispetto alle necessità urgenti dei cittadini (ciò che solitamente viene sintetizzato nel detto “too little, too late”). 

L’unico modo per cambiare ciò che non va è il costante impegno istituzionale, presentando proposte e offrendo un contributo migliorativo.

Bisogna allora lavorare per costruire una vera Europa dei popoli, trasparente, accessibile a tutti, in cui il cittadino sia coinvolto, reso partecipe dei processi decisionali e sia messo al centro delle politiche.  

Occorre una revisione dei trattati che porti il Parlamento europeo, unico organo eletto, ad avere poteri di iniziativa legislativa. Occorre cambiare le imposizioni del fiscal compact con uno stop deciso alle politiche di austerity.

Condividiamo i valori europei con altri Stati europei, le nostre economie, le nostre società, sono sempre più integrate, sarebbe dunque antistorico parlare di nazionalismi. Gli Stati membri devono continuare a difendere gli interessi nazionali senza però mettere da parte il principio di solidarietà fra Stati.

Con queste ambizioni il Movimento 5 stelle in Europa non può rimanere nel Gruppo dei Non Iscritti. Bisogna incidere sulle decisioni e per farlo bisogna avere maggiore voce in capitolo nelle Commissioni. Il Movimento 5 stelle deve dunque entrare a far parte di un Gruppo parlamentare nel Parlamento europeo. Un gruppo progressista, ecologista, che lavori per la tutela dei diritti umani e per un’Europa dei cittadini.

POLITICHE MIGRATORIE: BASTA SPOT, DIAMO SOLUZIONI.

La complessità del fenomeno migratorio non può essere trattata con slogan, né il migrante può essere considerato un nemico sociale da combattere e da strumentalizzare per far leva sulla compassione o sulla rabbia dei cittadini ai fini del consenso. 

Il Movimento 5 stelle deve dunque ribadire con forza in ogni livello istituzionale la sua ferma opposizione ad ogni forma di violazione dei diritti umani, business e reti criminali che lucrano sui flussi migratori.

Occorre lavorare per offrire soluzioni praticabili partendo dalle politiche europee, che devono rispettare i principi di cooperazione ed equa ripartizione delle responsabilità nella gestione dei flussi migratori. Occorre ripensare il diritto d’asilo, con coraggio e responsabilità: se si vuole realmente combattere contro le organizzazioni criminali, non si può lasciare chi fugge da guerre e persecuzioni nelle mani dei trafficanti di esseri umani. È essenziale offrire un’alternativa legale, sicura, ovvero vie legali di accesso all’UE: chi è costretto ad abbandonare il proprio Paese di origine per ragioni di sopravvivenza non può ritrovarsi costretto a subire torture, sevizie, pagare i propri aguzzini e poi mettere a rischio la propria vita a bordo di un gommone per poter finalmente esercitare un proprio diritto. 

Per chi invece non ha diritto a rimanere sul territorio europeo occorre lavorare a livello europeo e nazionale su accordi di riammissione con Paesi terzi, in modo da garantire procedure di rimpatrio con tempi certi e nel rispetto della dignità umana. 

Al lavoro di gestione dei flussi migratori deve poi necessariamente affiancarsi un impegno che punti ad un’efficace cooperazione internazionale, diretta a intervenire e contribuire a porre fine alle cause originarie della migrazione (guerre, povertà, cambiamenti climatici, instabilità sociale, ecc).

DIVARIO NORD –SUD E INFRASTRUTTURE.


Il rilancio dell’Italia passa necessariamente da un’urgente chiusura del divario NORD-SUD.
La spesa pro-capite della Pubblica Amministrazione nelle aree del sud è infatti pari a 11.309 Euro, al nord è di 14.168 Euro; partendo da questi numeri, quindi, si deve mirare ad un riequilibrio economico e sociale delle distanze ancora esistenti nel nostro Paese.
L’attuale emergenza covid 19, ulteriormente, ha portato ad una collettiva presa di coscienza delle inaccettabili criticità e divari che continuano a penalizzare il sud.

Le due parti del Paese devono essere tenute insieme da una strategia di crescita comune, archiviando quella ingiusta stagione che ha voluto raccontare di un Nord Produttivo e un Sud assistito.
La nuova fase andrà costruita intorno ad una politica nazionale orientata alla ricostruzione dei “diritti di cittadinanza negata” dei cittadini del sud nei trasporti, nella sanità, nell’istruzione. Riattivare gli investimenti al sud è il modo più produttivo per l’economia e la società italiana, di valorizzare le interdipendenze tra le due aree. Vuol dire mettere il Mezzogiorno nelle condizioni di rafforzare il suo apporto alla crescita nazionale, contribuendo anche all’attivazione della domanda interna.
La legittima richiesta italiana di una politica solidale e cooperativa in Europa deve quindi essere anticipata, prima di tutto, da una cooperazione che deve permeare la nostra politica nazionale.
Per tale motivo il Mezzogiorno va messo nelle condizioni di rafforzarsi a partire dal settore infrastrutturale, non solo per il trasporto passeggeri ma, anche e soprattutto, per il tema trasporto merci e logistica.
D’altra parte, se anche in occasione del Recovery Fund si continuerà con l’andazzo, riacuitosi negli anni ’90 con la Seconda Repubblica, di polarizzare tutte le infrastrutture nel Centro-Nord del Paese, continueranno inevitabilmente a crescere la sperequazione economica e l’emigrazione dall’intero meridione. Ciò lo dobbiamo soprattutto alla “Next Generation”, che non a caso ha dato il nome al grande accordo europeo, quella dei nostri figli ai quali, altrimenti, dovremo continuare a spiegare come per il loro futuro sarà meglio lasciare questa terra e andare via. In concreto, quindi, tra le principali opere da realizzare per dare sostanza ai buoni propositi:

A) L’alta velocità ferroviaria al Sud si può e si deve fare: non è sufficiente portare i treni di AV sulla linea storica senza prevedere un efficiente adeguamento delle stesse tratte. Oggi l’Italia possiede 1350 Km di rete ferroviaria ad alte velocità. Di questi km, sono stati realizzati nel Sud Italia solo il 16%. Per cui, scelta prioritaria strategica è la realizzazione dell’Alta Velocità fino a Reggio Calabria per estenderla a Palermo e Catania.
B) Diagonale del Mediterraneo: progetto ferroviario imponente che promette di rivoluzionare il tema dei trasporti nel Mezzogiorno, collegando diverse regioni tra loro e che prevede, nello specifico, elettrificazione, velocizzazione ed ammodernamento della linea ferroviaria che partirà da Brindisi verso Taranto, proseguirà in Basilicata e infine verso il Tirreno per confluire nella linea AV Napoli-Salerno. Una seconda diramazione attraverserà la parte settentrionale della Calabria, scendendo lungo la costa ionica per poi attraversare in diagonale la regione lungo la direttrice Sibari-Paola. Infine, un altro tratto che percorrerà l’intero versante ionico da Sibari fino a Reggio Calabria;
C) Valorizzazione Porto di Gioia Tauro ed inserimento dello stesso nel programma della Nuova Via della Seta.

STRUTTURA TERRITORIALE MOVIMENTO 5 STELLE

Da tempo i territori ci chiedono una migliore e più capillare organizzazione. Se a livello nazionale qualcosa è stato fatto (team del futuro e facilitatori nazionali e regionali), i territori risultano ancora oggi scoperti. Eppure il Movimento 5 stelle nasce dall’attivismo nei meet-up, dall’impegno civico. Lì bisogna ritornare, creando una struttura inclusiva e aperta, disposta ad accogliere nuove energie e in grado di dare risposte concrete alle tantissime istanze che arrivano dai cittadini. Occorre dunque implementare l’uso della piattaforma senza rinunciare agli incontri dal vivo, creare punti di riferimento, laboratori di proposte, aree d’incontro per chi vuole contribuire al cambiamento e a migliorare il futuro della propria regione, provincia o comune.

Per migliorare la struttura del territorio bisognerebbe creare delle figure specifiche, quali quella del referente regionale e dei referenti provinciali, con compiti di coordinamento del lavoro del M5S a livello locale e di raccordo anche con i portavoce eletti nelle diverse istituzioni.

Altra figura da individuare sarebbe quella dei probiviri regionali, al fine di analizzare tutte le segnalazioni ricevute dal referente regionale o dai referenti provinciali e valutare eventuali in caso di mancato rispetto delle regole interne e dei principi del M5S.

Al fine di offrire un luogo fisico di ritrovo per gli attivisti ed un ufficio operativo per i referenti, sarebbe opportuno istituire delle sedi territoriali, finanziate attraverso le restituzione dei portavoce del M5S. 

È necessario riconoscere in ogni Comune un unico gruppo certificato dal Movimento, regolamentato da uno statuto nazionale, che si occupi di coordinare le attività del M5S a livello comunale, di coordinarsi con i referenti provinciali e il referente regionale per la partecipazione alle elezioni elettorali e per la creazione di eventuali coalizioni con liste civiche o partiti.

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