La mia opinione sulla crisi del M5S

Il MoVimento 5 Stelle ha attraversato diversi momenti di crisi, spesso dovuti alle divergenze interne e mai invece ad un dibattito su temi e obiettivi.

Quella di questi giorni le supera tutte e sinceramente non mi sento a mio agio in tale situazione. Durante gli Stati generali si era deciso, a seguito di lunghe consultazioni territoriali, regionali e poi in sede nazionale, di dare un’organizzazione al Movimento. Perché l’esperienza governativa ci aveva posto di fronte a questa esigenza, contraddittoria forse rispetto alle origini, che vedevano un esperimento politico basato sull’assenza di un’organizzazione strutturale, ma evidentemente necessaria e richiesta dai territori.

Da quattro mesi si era individuato in Giuseppe Conte la persona giusta a cui chiedere di dare nuova linfa al Movimento tenendo conto di quanto emerso anche negli Stati generali. Indicato dal M5s presidente del Consiglio nel 2018, ha svolto il suo ruolo con un impegno indiscutibile senza risparmiarsi. Così come con serietà e dedizione ha affrontato la sfida della riorganizzazione del Movimento, confrontandosi costantemente, come da lui dichiarato, con il Garante e con il reggente, Vito Crimi.

Mentre tutti eravamo convinti che da qui a poco avremmo partecipato attivamente alla nascita del nuovo Movimento, quello dei valori e dei principi di sempre ma con un nuovo statuto e un’organizzazione capillare, tutto è crollato. Come nel gioco dell’oca, ci ritroviamo al punto di partenza, nuovamente chiamati ad individuare delle persone preposte a guidare il m5s, ad aspettare progetti, visioni, da rivotare magari su Rousseau, perchè quello stesso statuto che vogliamo cambiare prevede che si voti su quella stessa piattaforma di cui non intendiamo più avvalerci.

Quel movimento che era nato con un non statuto e che si basava su un’organizzazione liquida e orizzontale, si ritrova oggi paradossalmente impantanato in un guazzabuglio di regole interne e norme procedurali, con un dibattito fermo ancora al “chi fa cosa”. Siamo retrocessi al punto di partenza, che però forse stavolta coincide con la casella di arrivo. Occorre guardare al domani e con responsabilità si riparte da oggi e non da ieri.

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