QATARGATE, NUOVE NORME PE PRIMO PASSO, SERVE INCOMPATIBILITÀ

Per il Movimento 5 Stelle le nuove norme proposte per prevenire conflitti di interesse ed episodi di corruzione, presentate dalla Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, sono un primo passo, una utile bozza su cui lavorare.

Gli obblighi di registrare gli incontri con i lobbisti e quelli di pubblicare regali ricevuti, riunioni e viaggi nei Paesi terzi da parte dei deputati rappresentano sicuramente degli utili strumenti di deterrenza. Bene anche la stretta sui funzionari e assistenti che maneggiano dossier chiave e che, in virtù del delicato incarico che ricoprono, non possono essere contemporaneamente membri di ONG o associazioni che hanno interessi sensibili in gioco.

Per rendere queste norme vincolanti, tuttavia, servono controlli e sanzioni. Per rappresentare al meglio gli interessi dei cittadini, gli europarlamentari non possono durante il loro mandato essere a libro paga di multinazionali e società private o essere addirittura consulenti di Stati esteri come accade purtroppo in Italia. Serve l’incompatibilità.

Come Movimento 5 Stelle proporremo che un reato commesso con dolo correlato all’esercizio delle funzioni da parlamentare preveda la perdita dei benefit relativi a questa carica, come il trattamento pensionistico. Siamo consapevoli che la strada per restituire la reputazione e l’onore al Parlamento europeo, macchiati dallo scandalo Qatargate, è ancora lunga.

Come richiesto nella risoluzione votata durante la plenaria di Dicembre, alle insidiose minacce legate alle interferenze straniere andrebbe risposto con uno specifico regime sanzionatorio e l’istituzione di un nuovo reato europeo contro l’ingerenza straniera dolosa così come prevede il comma 1 dell’articolo 83 del TFUE. Le forme di corruzione cambiano ed è giusto che si adeguino anche gli strumenti con i quali intendiamo combatterle.

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